"Ava come lava!" - Calimero si è fermato a Ostiense
Nell’affascinante scenario dell’Ostiense industriale, tra gasometri e dismessi edifici produttivi, tra le quinte frondose di una vegetazione selvaggia, sbucano i ruderi in mattoni di quella che un tempo fu una delle più feconde fabbriche della zona: la Mira Lanza.
Quando papa Pio IX capì che considerare il treno come la personificazione di Satana, analogamente a quanto fatto dal suo predecessore, di certo non sarebbe stato d’ausilio alla progressione di una città ormai divenuta capitale, l’area di Ostiense fu finalmente servita dalla ferrovia.
La costruzione del Ponte di Ferro sul Tevere ebbe pertanto come ovvia conseguenza la nascita di diversi insediamenti produttivi quali il Molino Biondi o il Mattatoio.
E proprio dal nuovo mattatoio di Testaccio, i poco nobili e maleodoranti scarti animali venivano reimpiegati come materia prima per una nuova fabbrica di produzione di fertilizzanti e collanti industriali.
E fu così che la Società Prodotti Chimici, Colla e Concimi si insediò nel 1899 su un terreno di 9 ettari un tempo appartenuto alla Vigna Ceccarelli, della quale oggi sopravvivono solo tre rustici casali adibiti ad albergo (il “Borgo Papareschi”).
L’incessante attività di edifici produttivi quali magazzini, forni e depositi per gli acidi, progettati dall’ingegner Giulio Filippucci, terminò tuttavia già nel 1913, quando i terreni furono venduti al Comune di Roma al fine di convertire l’area in deposito per gestione dei rifiuti, un argomento spinoso forse fin da allora.
Ma siamo alla vigilia della Prima Guerra Mondiale e l’allora sindaco di Roma viene cordialmente invitato dal Ministro delle Armi e delle Munizioni a rivendere il terreno alla fabbrica di candele steariche di Mira (dalla “stearina” con cui queste venivano prodotte).
Ora uno si chiederà: “cosa c’entrano le candele con la guerra”?
Negli stabilimenti della Mira veniva prodotta anche una elevata quantità di glicerina, materia impiegata non solo per candele, saponi e detersivi, ma anche per produrre esplosivi. Non a caso due importanti dinamitifici che rifornivano le milizie italiane si trovavano proprio nel Lazio, a Segni e nell’Isola del Liri.
Finita la guerra, la corsa agli armamenti per la Società di Mira si riversa in un altro aspro conflitto, la cosiddetta “Guerra dei Saponi”, con un combattimento corpo a corpo con la sua acerrima nemica, la piemontese Unione Stearinerie Lanza. Ma come la storia ci insegna, davanti a nemici più grandi, l’unione fa la forza. E fu così che nel 1924, per contrastare la nuova concorrenza dei prodotti americani, i due colossi si strinsero la mano diventando così la “Mira Lanza S.A.”.
Una Mira Lanza ben nota alle generazioni degli anni ’50 e ’60 per “Ava come lava” del tenero Calimero e i prodigi smacchianti del detersivo promosso dalla nuova Società…
….o forse per il concorso a premi che, in una guerriglia automobilistica metropolitana, coniò l’espressione:
“Aoooo!!! Ma co che l’hai presa la patente? Coi punti Miralanza?”
Come tutti i bei racconti, che hanno un’alba e un tramonto, anche la nostra storia si conclude tristemente, con un la cessazione dell’attività e un progressivo abbandono dell’area, amaramente vinta dal peso delle nuove multinazionali.
E oggi cosa resta?
Uno spaccato di archeologia industriale fatto di mattoni, inferriate e antiche ciminiere, pronto a trovare nuova vita. Seppur in parte ristrutturata e riconvertita negli spazi del Teatro India, una buona parte resta ancora abbandonata fra i cespugli e piange il suo ruolo di sottomesso e screditato all’ombra del megalomane gasometro.
A poco sono valsi gli sgomberi degli abitanti abusivi e il tentativo provocatorio della 999 Contemporary di creare un museo a cielo aperto di Street Art, creato dall’artista francese Seth e gestito dal sig. Tito, il rom padrone di casa.
Flavia Scarperia
Bibliografia
- Enrica Torelli Landini, Roma, Memorie della città industriale, Palombi, Roma 2007
- Informazioni sul museo a cielo aperto della 999 Contemporary LINK
- Marco Eula, La gloriosa Mila Lanza, Ginevra 2010 Roma.
- Umberto Marroni, La rigenerazione dei quartieri industriali. Il progetto urbano Ostiense-Marconi, Roma 2018
- Luoghi del cuore FAI LINK
Info pratiche e luoghi da visitare
Museo della Centrale Montemartini: dal martedì alla domenica 9.00-19.00 24 – Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura info
“Porto Fluviale”: ristorante, trattoria e pizzeria via del Porto Fluviale, 22. Aperto tutti i giorni 12-22. Telefono: 065743199
Teatro India – Teatro di Roma, Lungotevere Vittorio Gassman (già lungotevere dei Papareschi) – Tel. 06 87752210. Info: http://www.teatrodiroma.net/
Stadlin Club, Sound & Cocktail Bar, via Antonio Pacinotti 83, info e prenotazioni Tel: 3277047890