Raffaello e la Domus Aurea: riapre a Roma la residenza neroniana con una nuova mostra!
Il 23 giugno, dopo due anni di chiusura, si sono finalmente riaperte al pubblico le porte della Domus Aurea. E si tratta di una riapertura in grande stile che vede protagonista la residenza neroniana risistemata nei suoi spazi con un nuovo allestimento, un nuovo e più efficace impianto di illuminazione e, soprattutto, una interessante mostra allestita all’interno della Sala Ottagona che prende in esame il rapporto tra Raffaello e le decorazioni presenti in questa antica struttura. La mostra, intitolata “Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche” e pensata in origine per le celebrazioni del cinquecentenario della morte di Raffaello Sanzio, prende in esame la riscoperta delle famose “grottesche”, le decorazioni parietali della domus neroniana, riscoperte intorno al 1480 all’interno di quelle che all’epoca apparivano come vere e proprie grotte naturali.
La ricca residenza neroniana rappresenta uno dei più interessanti complessi abitativi di epoca imperiale della Roma antica. Sappiamo dalle fonti che l’imperatore Nerone, a seguito del devastante incendio del 64 d.C. che distrusse gran parte del centro della città antica, iniziò la costruzione di una nuova residenza passata alla storia con il nome di “Domus Aurea” in relazione proprio alle ricchezze e allo sfarzo presenti all’interno dei suoi ambienti.
Progettata dagli architetti Severus e Celer e decorata dal pittore Fabullus, la domus neroniana era composta da numerosi edifici, giardini, boschi e vigne e da un lago artificiale, situato nella valle dove oggi sorge il Colosseo. I palazzi principali della domus erano dislocati tra il colle Palatino e il colle Oppio ed erano rinomati per le loro ricche decorazioni marmoree e per i rivestimenti preziosi in oro e pietre preziose. Successivamente alla morte dell’imperatore, la dinastia Flavia volle cancellare la memoria neroniana interrando gli ambienti della domus aurea e riutilizzando gli ampi spazi verdi della residenza imperiale per altri scopi.
Ad oggi sono stati scavati e resi accessibili al pubblico solo alcuni ambienti della residenza presenti sul colle Oppio, probabilmente in origine destinati a feste e banchetti. Ed è proprio in questi ambienti che si è lavorato negli ultimi anni per realizzare il nuovo percorso espositivo. Il progetto, promosso dal Parco archeologico del Colosseo e prodotto da Electa, vede la presenza di numerosi curatori (Vincenzo Farinella e Alfonsina Russo con Stefano Borghini e Alessandro D’Alessiola) i quali, con grande attenzione, si sono dedicati a ricostruire gli ambienti dell’antica domus neroniana con un accattivante approccio contemporaneo nell’allestimento degli spazi. Ed è così, ad esempio, che l’architetto Stefano Boeri si è occupato della realizzazione della nuova passerella di accesso alla Domus Aurea dal colle Oppio in una delle gallerie volute da Traiano. Durante i lavori di risistemazione della domus sono stati inoltre portati avanti dei lavori di ristrutturazione e consolidamento di numerosi ambienti in precedenza non visibili agli spettatori, aprendo così ulteriori aule, utilizzate come sedi espositive per i numerosi elementi scultorei ritrovati nel corso dei lavori di scavo della domus neroniana.
Uno degli elementi che più colpisce lo spettatore riguarda l’allestimento multisensoriale, sonoro e di interaction design, curato dallo studio milanese di progettazione multidisciplinare Dotdotdot, (Laura Dellamotta, Giovanna Gardi, Alessandro Masserdotti e Fabrizio Pignoloni). Il percorso multisensoriale ricreato da questo gruppo di architetti e designer è strettamente correlato allo spazio circostante e si realizza attraverso una serie di installazioni dedicate al tema delle grottesche e all’utilizzo di queste decorazioni da parte di numerosi artisti dell’epoca della riscoperta del sito (Ghirlandaio, Pinturicchio, etc..) e rese celebri, all’inizio del Cinquecento, proprio da Raffaello che le utilizzò di frequente nelle sue opere.
Ed è così che, partendo dalla Sala Ottagona, i Dotdotdot hanno immaginato uno spazio dinamico che richiami alla mente quello di un planetario con, riprodotta sulla volta, la raffigurazione delle costellazioni presente sul globo dell’Atlante Farnese, statua rinvenuta a Roma nei pressi delle Terme di Caracalla nel 1546 ed attualmente esposta in mostra. Proseguendo nel percorso della mostra, il team milanese si è invece dedicato ad una capillare ricostruzione del rapporto tra il grande artista urbinate e l’utilizzo che egli fece delle grottesche durante il suo soggiorno romano.
Suoni, luci, immagini, reperti archeologici e ambienti immersivi sono gli ingredienti di quella che sicuramente è già divenuta la mostra più attesa e ricercata di quest’anno.
Angelica Gimbo
Bibliografia
- Vincenzo Farinella, Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche, Catalogo della mostra, Edizioni Electa, Milano, 2020.
Info pratiche e luoghi da visitare
Per tutte le informazioni sulla mostra consultare il sito: https://raffaellodomusaurea.it/
Per informazioni su tutti gli altri siti del Parco archeologico del Colosseo consultare il sito: https://parcocolosseo.it/