Chi era Garbatella?
La Garbatella è uno dei quartieri più interessanti e pittoreschi dell’Urbe, un raro esempio di borgata-giardino, ideato a tavolino negli anni ’20 del secolo scorso. La sua origine si lega al progetto, mai realizzato, di un collegamento diretto della città con il mare, attraverso la costruzione di un canale navigabile parallelo al Tevere e di un porto fluviale nei pressi della Basilica di San Paolo. Contemporaneamente prese piede l’idea di creare una borgata a misura d’uomo sui colli di San Paolo, con l’obiettivo di garantire una casa dignitosa agli operai coinvolti nel cantiere del porto.
Ebbe così inizio, il 18 febbraio del 1920, come documentato nell’epigrafe di Piazza Benedetto Brin, la storia di un nuovo quartiere operaio.
Tuttavia, uno degli aspetti di maggiore curiosità della storia di questo quartiere, è senza dubbio l’origine del nome Garbatella. Da cosa o, meglio ancora, da chi deriva questo toponimo?
Inutili sono stati inizialmente i tentativi di attribuire al nuovo quartiere altri nomi: ci provò il re Vittorio Emanuele III che lo inaugurò come “borgata giardino Concordia”, con l’auspicio della pace sociale dopo anni di conflitti e disagi a causa della Grande Guerra. Durante l’epoca fascista si propose invece “Remuria”, in riferimento a Remo il gemello di Romolo, il quale, secondo alcuni storici, per interpretare i segni augurali, si ritirò proprio qui, sui colli di San Paolo, anziché sull’Aventino.
Il toponimo Garbatella era di fatto talmente radicato nella cultura popolare, che sin dall’inizio venne costantemente usato per individuare la zona.
La persistenza di una tradizione esclusivamente orale ha favorito la diffusione di varie ipotesi sull’origine di questo nome, tra le tante c’è anche il riferimento a un tipo di coltivazione delle viti detto “a garbata”, presumibilmente in uso nei terreni circostanti.
Tuttavia, la Garbatella da sempre è stata associata all’immagine di una giovane ostessa, il cui soprannome deriverebbe dalla contrazione tra due aggettivi, “garbata” e “bella”, o più verosimilmente tra “garbata” e “ostella” (in riferimento all’ostessa).
Sulla facciata del lotto 27 di piazza Bonomelli, giganteggia un rilievo in stucco con il busto di una giovane donna con un seno scoperto e un nastro svolazzante con la scritta Garbatella, come esplicito riferimento a colei che diede il nome al quartiere. La bella locandiera di un’osteria situata proprio nei pressi della rupe di San Paolo, secondo la tradizione orale, oltre ad essere garbata, si premurava di offrire servizi “extra” ai suoi clienti. Numerose dicerie, spesso fantasiose e dubbie, si sono diffuse intorno a questa enigmatica donna dal nome incerto – c’è chi la chiama Carlotta, chi Clementina e chi Maria-.
Che la “garbata ostella” divenne un vero e proprio simbolo del quartiere, è confermato da un altro monumento a essa dedicato: la Fontana di Carlotta, presso la Scalinata degli Innamorati, dove compare il ritratto a rilievo della donna, dalla cui bocca sgorga ininterrottamente acqua fresca.
Ma è realmente esistita la Garbatella o è solo il frutto di una tradizione orale?
La svolta si ebbe nel 2006, quando, a seguito di alcuni studi*, è stato possibile dimostrare che un’ostessa di nome Clementina Eusebi sia realmente esistita nella zona. Grazie a queste informazione e ad altri documenti di archivio, ricerche più recenti hanno finalmente fatto chiarezza sul caso
Nella prima metà dell’800, Clementina Eusebi gestiva con il marito e la madre una locanda, chiamata inizialmente Osteria Cascapera, dal cognome del marito. Tuttavia, dopo la morte prematura di quest’ultimo, il locale prese il nome di Osteria della Garbatella. Ma perché proprio questo nome? La risposta ancora una volta sta nei documenti di archivio: la madre di Clementina si chiamava Maddalena Garbata e da qui è facile immaginare il soprannome che ben presto assunse la figlia…. “Garbatella”! Forse il binomio “Garbata la madre e Garbatella la figlia” nacque proprio all’interno dell’osteria**.
In barba alle numerose e fantasiose dicerie, l’origine di questo toponimo è perciò legato semplicemente al vezzeggiativo di un cognome, come del resto i romani erano soliti fare!
L’ultimo tributo alla bella locandiera è stato realizzato nel marzo del 2020 con il murales degli street artist Solo & Diamond. L’opera giganteggia sulla facciata di un palazzo in via Passino, come sorta di versione moderna del tradizionale busto di piazza Bonomelli. Un’originale versione art nouveau della garbata ostella, avvolta da rose con spine e da una cornice di merletti bianchi su uno sfondo verde, mentre sorregge un panno con il nome GARBATELLA.
Federica Incoronato
Bibliografia
- Katharina Gasterstadt, Roma oltre i luoghi comuni: Garbatella, Absolutely Free ebook
- Gianni Rivolta, Garbatella tra storia e leggenda, Pavona Iacobelli ed., 2018
- Garbatella 100, il racconto di un secolo, a cura di Gianni Rivolta, Guidonia Iacobelli ed., 2020
*Gli studi del 2006 sono stati condotti dalla prof. ssa Rita Maria Michela D’Errico dell’Università di Roma Tre
** Giorgio Guidoni, Mamma Garbata: la Garbatella svelata, in Garbatella 100 cit.
Info pratiche e luoghi da visitare
Quartiere Garbatella: piazza Benedetto Brin.
Teatro Palladium: Piazza Bartolomeo Romano, 8, 00154 Roma. Per maggiori info cliccare qui
Moby Dick- biblioteca hub culturale, via Edgardo Ferrati 3a, 00154 Roma. Per maggiori info cliccare qui
Pizzeria er Panonto, via Enrico Cravero 10, 00154 Roma. Per info 06 513 5022
Ristorante Dar Moschino, cucina romana, piazza Benedetto Brin 5, 00154 Roma.Per info: 065139473